Prosegue la campagna “NON SONO UN BERSAGLIO”, statistiche in aumento: assalti, botte, danneggiamenti. I dati choc dell’Osservatorio dell’organizzazione alla vigilia dell’anniversario della fondazione
Anche visto da un’ambulanza il nostro Paese è irriconoscibile. “Non sparate sulla Croce rossa”, si diceva un tempo. Ma non è più così. Finora questo tipo di violenze è stato sempre associato a scenari lontani, a Paesi coinvolti da conflitti e tensioni violente. “Ecco perché abbiamo ritenuto sostanziale denunciare, attraverso “Non sono un bersaglio”, una realtà semisconosciuta o spesso sottovalutata – spiega Rosario Valastro, vicepresidente nazionale della Cri – ma che ci coinvolge da vicino e che riguarda non solo i volontari, ma tutti gli operatori e le strutture sanitarie in Italia”.
I dati del primo semestre dell’Osservatorio, istituito nel dicembre 2018 con l’intento di censire i rischi legati al volontariato durante le attività, “evidenziano il contesto pericoloso nel quale sono costretti a operare, ogni giorno, i nostri soccorritori”.
Il video realizzato dagli operatori ricostruisce, attraverso narratori anonimi, alcune reali e dettagliate denunce pervenute all’Osservatorio e che, per tutelare la privacy delle vittime, sono state fatte interpretare da volontari della Croce Rossa Italiana. Nei primi sei mesi del 2019 le aggressioni sono in aumento e nel 2018 le denunce sono state quasi 10 al giorno. “Si tratta di aggressioni a medici e infermieri in ospedale, nei Pronto Soccorso e nei presidi medici assistenziali sparsi per il nostro Paese. Un’urgenza che si sta trasformando in emergenza nazionale. Da nord a sud. Altro drammatico aspetto – spiega una nota della Cri – è quello delle aggressioni agli operatori delle ambulanze e dei danneggiamenti ai mezzi stessi”.
Quasi metà delle aggressioni registrate nel nostro Paese sono fisiche (42% delle denunce pervenute) e non limitate all’insulto o all’invettiva. Circa il 50% degli attacchi avviene in strada (47% delle denunce pervenute); più di un’aggressione su tre (35% delle denunce) è stata compiuta da persone non direttamente coinvolte nel soccorso (né utente, né parente o amico dell’assistito); più di una su quattro è ad opera del “branco” (28% delle denunce pervenute).
“Dobbiamo farci promotori di una nuova cultura del rispetto e di una sempre maggiore consapevolezza da parte della cittadinanza. Ma, soprattutto, è un work in progress che vuole giungere all’elaborazione di proposte concrete per mitigare, se non neutralizzare, il grave fenomeno delle aggressioni”, spiega Francesco Rocca, Presidente della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Ifrc).
Dal 2017 Croce rossa italiana aderisce alla campagna internazionale “Not a target”, nell’ambito della più ampia iniziativa lanciata dal Comitato Internazionale della Croce Rossa (Icrc) a seguito dell’uccisione di alcuni volontari in Afghanistan, in Nigeria e in Siria.
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